Ero una ragazzina quando sentì “salire” dentro di me questa risposta giuntami dopo l’ennesima domanda che mi ponevo, riguardante la sofferenza che a volte mi giungeva all’improvviso, anche in situazioni non motivate da problemi reali.
“E’ l’adolescenza”, mi diceva mia madre, che in parte aveva ragione, data la mia età e io le davo retta e portavo pazienza. Ma quella risposta rimase lì nel mio cuore, più che nella mia mente e a distanza di tanti anni è ancora lì. E oggi quando arriva, la sofferenza, subdola e strisciante, l’accolgo con amorevolezza e poi la lascio andare. Non basta una vita per risolvere certi “nodi”.
Questo traguardo è frutto di un lungo cammino di conoscenza di sé e consapevolezza che è iniziato con la psicoanalisi e la psicoterapia per arrivare alla Meditazione.
Il sentore che esiste una Ferita dell’Anima mi ha aiutato moltissimo quando lavoravo come Educatrice a contatto con “utenze”, come si usa definire le persone in questo ambito, portatrici di disagi psico-fisici dovuti a malattie mentali e/o dipendenza da sostanze stupefacenti.
Sentivo che c’era qualche cosa di più, che andava oltre le diagnosi mediche e scientifiche, oltre le cure e terapie, sicuramente utili e necessarie, ma che non funzionavano nel tempo. Troppe ricadute. In quasi tutti i casi bisognava “accontentarsi” della riduzione del danno, altro termine tecnico, che avrebbe dovuto contenere la frustrazione degli operatori e il dolore delle famiglie.
“Non ci sto dentro”, mi dicevano i ragazzi, le ragazze delle comunità o dei centri di accoglienza dove lavoravo. Quest’affermazione mi affascinava, volevo capire, capire con la testa, con il ragionamento, volevo sapere perché, ancora, come tanti anni prima.
In quegli anni praticavo yoga e meditazione come tecniche di rilassamento e benessere fisico, non avevo ancora fatto il salto qualitativo che mi ha permesso di ampliare la mia visione.
Accadde quando lessi da qualche parte che la psicologia è una scienza senz’anima, in quel momento il pezzettino del puzzle che mi mancava arrivò e senza rinnegare gli studi fatti e l’esperienza personale e lavorativa acquisita, cambiai rotta, come una nave che punta verso un altro orizzonte, un’altra terra. Il viaggio ovviamente è lungo, faticoso, pieno di dubbi ed incertezze, di tempeste, di cadute e ricadute, ma l’importante è partire con la consapevolezza che quella è la direzione giusta, giusta per me, naturalmente.
Tante, troppe, sono le persone che vedo vagare per la Vita senza strumenti di navigazione e mi viene da chiedere loro: “lo sai dove stai andando?” I tempi sono maturi per questa Consapevolezza di cui tanto si parla; una moda? Forse sì, almeno per alcuni, ma non per tutti, perché credo ci siano tanti “cricetini” stufi di correre, correre sulla ruotina nella loro gabbietta e che si stanno guardando intorno pronti a scendere, pronti a riconoscere che non stanno andando da nessuna parte.
Ampliare la visione significa includere, io ho incluso nella mia visione mentale, razionale, scientifica del mondo, l’Anima.
Ma cos’è l’Anima?
L’Anima è tutto il resto.
Marzia Defendi